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Visualizzazione dei post con l'etichetta mito

Mater semper certa est, ritorno all'isola delle donne

Questa locuzione latina, la cui traduzione è "la madre è sempre certa”, mi è venuta in mente mentre chiudevo il libro, accompagnate da un sorriso sinonimo della certezza circa la responsabilità del mio ruolo da mamma. Poi ho scritto all’autrice, complimentandomi per  aver descritto in maniera così forte e profonda la maternità o meglio il maternaggio, materhood. E lei mi ha risposto così, traduco, “in realtà sono in attesa ed e’ come se il mio io futuro mi avesse raccontato questa storia.” Vi lascio le sue parole: “A volte avevo l’impressione che le storie provenissero del mio io materno futuro. “ “Sono sempre stata affascinata dalla maternità, quindi è stato naturale scriverne ... Anche se inizialmente non era quello che avevo programmato. È proprio quello che è emerso nella scrittura. " Per quanto mi riguarda la prospettiva dell’artista, in questo caso della scrittrice, come tramite di una storia archetipica, è quella che mi è più vicina, in quanto studiosa dell’

Il popolo bianco, contro la paura della morte

Il Popolo Bianco di Frances H. Burnett Sei disposto ad abbandonare tutte le tue certezze in favore di antiche leggende. Su alcuni aspetti, antichi miti possono dare più certezze delle scienze? Circa le certezze non ne sono così sicura, ma senz’altro i miti sanno donare speranza come nessun’altra cosa e forse la speranza e’ la migliore risposta. A volte ho come la sensazione che ci sia un’ulteriore distinzione forse ancora più profonda di quella tra scienza e mito, ed e’ quella tra religione e mito. Soprattutto se si è in cerca di una possibile risposta ad uno dei temi più difficili di sempre, la vita dopo la morte. Allora il paradiso, il cielo delle stelle fisse, la gerarchia degli angeli, oppure il caso si possono ritrovare in altre forme anche nelle scienze.  Ma qualcosa come “il popolo bianco” no. Non lo si trova se non nel mito o nelle leggende antiche. Le leggende della brughiera scozzese si dimostrano essere un ottimo antidoto contro la Paura per eccellenza , la paura della

Kairòs, la felicità dell'attimo: intervista a Rosa Tiziana Bruno, autrice del libro

Un viaggio nell’antica Grecia di 2500 anni fa alla scoperta di Paestum - Poseidonia anche grazie alle favolose mappe del parco archeologico di Paestum e Velia, alle ricche metafore dell’autrice Rosa Tiziana Bruno, così come alle delicate illustrazioni di Natasha Stolz che rendono questo libro un’esperienza unica! “Infatti il kairòs è proprio questo. È l’occasione inattesa, il momento opportuno di cui hai approfittato” “L’occasione?” “Sì, kairòs è l’incontro tra quello che facciamo e il tempo che scorre. L’istante irripetibile e prezioso” Intervista a Rosa Tiziana Bruno, autrice di Kairòs, un giorno in Magna Grecia : 1. Puoi parlarci di Kairòs. Un giorno in Magna Grecia e di come è nata l’idea di questo romanzo per ragazzi? Ho sempre amato l’idea di viaggiare nel tempo, alla ricerca del segreto che muove il cammino dell’umanità e di tutti gli esseri viventi. Scrivere un romanzo storico offre l’opportunità di intraprendere questo incredibile viaggio, soprattutto se chi scrive de

UN LABIRINTO IN MARE

I miti col loro fondo di verità e leggenda non sfuggono alla deformazione dei racconti, agli inganni che gli uomini aggiungono e amplificano.” Un labirinto in mare  di Matteo Pizzolante mette in scena in una Grecia lontana l’eterno incontro-scontro tra logos e mythos: in altre parole tra ciò che è razionale e ciò che invece non lo è. Nel labirinto di Asteronte, il Minotauro, luogo mitico e ancestrale legato agli abissi della mente umana, metafora della nostra corruttibilita’, sono solo le parole - il logos - appunto, a creare la realtà. “Le parole sono il suono per far vibrare il mondo e le sue Cose. Con tutte le parole del mondo io potrò costruirlo qui, il mio mondo, fatto di parole che prendono vita, che volano o scavano o nuotano e tutte col proprio colore o luogo.” Il protagonista è Ipnomaco anziano pescatore-spettatore e fanciullo innocente. L’unico che   spinto dalla curiosità di bambino finisce nel labirinto del Minotauro e riesce a sopravvivere all’atrocità dell’incontro con

Piranesi: ovvero il risvegliarsi di Platone nel labirinto

Dopo tanto tempo, con Piranesi ritorno a parlarvi con immenso piacere del mito.   E’ vero, il fatto che il fantasy sia legato al mito e’ risaputo e non vi dico nulla di nuovo. Ma questo libro e’ mitologia in tutti i sensi perché parla di una Conoscenza, quella degli antichi, presocratica e prerazionale che cerca la Verità ed è contrapposta alla scienza. Cosa è questa conoscenza se non il mito ? Essendo irrazionale e’ anche estremamente pericolosa, sì perché accoglie nel suo seno il sacrificio umano come pratica accettabile. Il sacrificio in nome di che cosa? Della Bellezza, che - attenzione - non c’entra nulla con la possibilità di trovare qualcosa di bello nel mondo, ma con l’Idea stessa di bellezza comune a tutto ciò che è bello. Si tratta della perfezione irraggiungibile su cui si infrangono le onde del mare e si riflettono le stelle di un cielo mai visto prima. “Non capisco perché tu dica che in questo mondo posso soltanto vedere una rappresentazione” ho detto con una cer

MIDNIGHT SUN: IL MITO DI PERSEFONE

“Solo per un secondo vidi Persefone, con la melagrana in mano, mentre si condannava agli Inferi. Ero io la sua condanna? Ade in persona, che bramava la primavera, la rubava e la condannava a una notte infinita.” Vi ricordate il mito di Ade e Persefone? Una storia d’amore impossibile raccontata nel mito, raccolta da Ovidio, attraverso gli occhi della madre della fanciulla-primavera, ovvero Demetra. La madre disperata quando non trova più la figlia, lasciata con le amiche nei campi a raccogliere fiori, i papaveri in particolare, sfida umani e dei con l’obiettivo di ritrovarla. La sua arma sono: la fertilità’, il grano, il nutrimento che proviene dalla terra - la vita in altre parole -,  e sua figlia, Persefone, ne è l’esplosione massima: la Primavera. Senza sua figlia, lei può decidere di privare gli uomini del nutrimento della terra. Questo è il suo ricatto. Ma cosa è successo veramente ? Dove è finita Persefone? Il mito narra che Ade si sia innamorato di lei e l’abbia rapita

LE DONNE DI DRACULA E IL MITO DEL SANGUE

“Non ho saputo resistere alla tentazione di prendermi un po' gioco di lui, suppongo sia un avanzo di sapore della mela originale che ancora ci portiamo in bocca, così gli ho offerto il mio diario stenografato.” Un classico senza tempo che, al di là del successo mediatico che dalla sua prima stesura nel 1897 l’ha visto protagonista di infiniti retelling prima in campo letterario e poi in campo cinematografico, resta per sempre la pietra miliare del romanzo gotico.   Una lettura che mi ha raggelato, entusiasmato,  incantato, ma anche lasciato con qualche domanda esistenziale relativa al rapporto di Bram Stoker con le donne. Domande, che devo dire questa volta sono state alimentate e in parte anche risposte dalla sapiente curatela di Franco Pezzini di questa meravigliosa edizione illustrata. Prima di addentrarmi nel tema del femminile  in “ Dracula ”, volevo fare una piccola precisazione. Uno degli aspetti su cui si concentra il curatore è proprio il fatto che i numerosi retelling